USMCA, il nuovo accordo che influenza l’export italiano

USMCA, il nuovo accordo commerciale tra USA, Messico e Canada

Con la volontà di fortificare e promuovere i rapporti sociali ed economici, ispirandosi a principi di trasparenza, equità e sicurezza giuridica, i tre paesi nordamericani, Messico, Stati Uniti d’America e Canada, hanno firmato un accordo intersettoriale (US, Mexico, Canada Agreement – USMCA) volto a modificare il vecchio accordo del 1994 (North America Free Trade Agreement – NAFTA).

Cosa cambia rispetto al NAFTA?

USMCA vs NAFTA, così cambia il commercio internazionale

Per 25 anni, il NAFTA ha definito gli standard per rinvigorire l’integrazione commerciale ed economica tra i tre Paesi firmatari. Di certo, la nascita del NAFTA non fu incruenta: l’accordo ebbe origine infatti in uno scenario geopolitico, quello del post-Guerra Fredda, ancora scosso da dibattiti dalla ben marcata natura ideologica.

I sostenitori dell’accordo, sostanzialmente, vedevano nel NAFTA uno strumento per rafforzare la proiezione esterna dei sistemi economici nazionali su base regionale, propedeutico a un processo di integrazione economico-commerciale su scala globale. D’altro canto, i sindacati statunitensi e canadesi dei lavoratori nei settori automobilistico e dell’autotrasporto esprimevano preoccupazioni circa i rischi di disoccupazione e riduzione dei salari, a causa della pratica del dumping sociale che avrebbe fatto prevalere i bassi salari e le condizioni di lavoro del Messico. Proprio in questo Paese, l’EZLN – Ejército Zapatista de Liberación Nacional – si esprimeva aspramente sul NAFTA, etichettandolo come l’ennesimo tentativo da parte del sistema capitalista globale di negare i diritti basilari dei popoli e delle regioni più povere, in nome del profitto di pochi. Recentemente, durante la presidenza Trump, è emersa la necessità di un superamento dell’accordo, anche a causa della volontà politica dell’esecutivo di riportare negli Stati Uniti la produzione e i posti di lavoro nel settore manifatturiero.

L’USMCA nasce quindi dalle ceneri del NAFTA, come risultato di decenni di dibattiti intensi sulla natura e sul significato dei processi d’integrazione economica e commerciale. Allo stesso tempo, però, l’USMCA non stravolge del tutto l’impianto preesistente: si vanno perlopiù a realizzare alcune modifiche e a introdurre o aggiornare temi di particolare attualità, come il commercio digitale o la protezione dei diritti intellettuali.

Le caratteristiche del nuovo trattato

L’USMCA è innanzitutto un accordo che ridefinisce le concessioni, su basi di maggiore o minore reciprocità, tra i tre Paesi firmatari. Sono tanti gli ambiti di applicazione dell’UMSCA: industria automobilistica regionale, settore lattiero-caseario, sviluppo sostenibile, condizioni dei lavoratori messicani, standard comuni sulla nuova frontiera del commercio digitale e il trattamento dei dati personali, appalti pubblici, soglie di esenzione di cui possono potenzialmente beneficiare le imprese, in particolare le PMI.

Il trattato è diviso in capitoli, ognuno relativo alla materia trattata; riportiamo di seguito quelli di maggior interesse:

  • Agricoltura, determinando le regole per la certificazione d’origine e le procedure relative;
  • Tessile e Abbigliamento;
  • Amministrazione Doganale e Agevolazioni Commerciali;
  • Idrocarburi;
  • Mezzi di Tutela in Ambito Commerciale;
  • Misure Sanitarie e Fitosanitarie;
  • Barriere Tecniche al Commercio
  • Investimenti;
  • Servizi di Commercio Transfrontaliero;
  • Servizi Finanziari
  • Telecomunicazioni;
  • Commercio Digitale;
  • Proprietà Intellettuale;
  • Politica di Concorrenza;
  • Imprese Pubbliche;
  • Lavoro;
  • Ambiente;
  • Piccole e Medie Imprese;
  • Competitività;
  • Anticorruzione;
  • Buone Pratiche Commerciali;
  • Pubblica Amministrazione;
  • Regolamentazioni Amministrative e Istituzionali;
  • Risoluzione di Controversie;
  • Politiche Macroeconomiche e Tassi di Cambio.

La crescita del Messico nello scenario globale

L’USMCA garantirà al Messico l’accesso a un mercato da quasi 500 milioni di abitanti. Una conferma del grande potenziale commerciale di questo Paese, che negli ultimi anni ha già visto consolidare la propria posizione nel panorama latino-americano. Il Messico risulta la seconda economia dell’America Latina per dimensioni dopo il Brasile, nonché il principale importatore della regione. Ma non solo: l’USCMA permetterà al Messico di continuare a beneficiare dell’assenza di dazi doganali, in virtù della volontà generale di facilitare la circolazione dei manufatti tra i tre Paesi. Le previsioni vedono il Messico uscire notevolmente rafforzato dall’adesione al trattato, stante la sua posizione di fornitore di beni di alto livello e l’impegno a rispettare standard di qualità internazionalizzati. Tutto questo, unito alla sua strategica posizione geografica e al basso costo del lavoro, fa sì che il Messico sia considerato oggi più che mai una corsia preferenziale per il mercato nordamericano, anche per le aziende italiane.

USMCA: le implicazioni per l’Italia

L’USMCA potrebbe avere forti implicazioni per le aziende europee che commerciano con i Paesi firmatari dell’accordo. In particolare, le disposizioni sulle regole di origine, le indicazioni geografiche e le restrizioni volontarie alle esportazioni potrebbero influenzare – e non poco – la strategia export di settori che costituiscono la punta di diamante della presenza commerciale ed economica italiana nel mondo. Tra questi:

  • automotive;
  • alimenti e bevande (vino in particolare);
  • energia;
  • aerospaziale;
  • elettrodomestici;
  • macchinari agricoli.

Esiste dunque una forte complementarietà tra Italia e Messico, e, con essa, reali possibilità di internazionalizzazione di impresa. Ciò vale non solo per le grandi aziende ma anche – e soprattutto – per le PMI: un produttore italiano può, con estrema facilità, esportare in Messico con una spesa di investimento oculata e ottenere l’accesso privilegiato ad un significativo network di consumatori verso cui vendere i propri prodotti e servizi, ossia quello del Nord America. 

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